Tratto dalla guida Lonely Planet - Marocco

Moulay Ismail, secondo sultano della dinastia alawita (quella che ancora oggi governa il paese), segnò in modo indimenticabile la sua ascesa al potere nel 1672, all'età di 25 anni: come segno di avvertimento per le inquiete tribù locali, fece adornare le mura delle due grandi capitali imperiali, Fès e Marrakech, con le teste di 10 000 nemici uccisi, raccolte probabilmente durante le battaglie contro i ribelli nel nord del Marocco.

Iniziava così un regno che si distinse particolarmente per l'efferata violenza, anche per gli standard marocchini, ma Moulay Ismail fu uno dei pochi sultani del Marocco in grado di esercitare il controllo su tutto il paese. La sua crudeltà era leggendaria e l'allegra disinvoltura con cui decapitava gli sventurati servitori che lo scontentavano o le persone che non lavoravano abbastanza duramente probabilmente diede un forte contributo alla stabilità del suo dominio.

I primi 20 anni del suo sultanato furono caratterizzati da sanguinose campagne di pacificazione. È difficile immaginare quanto sangue venne versato, ma si dice che più di 30 000 persone siano morte solo per mano sua.

Il motivo essenziale alla base del suo successo militare era la malfamata Guardia Nera: dopo aver portato circa 16 000 schiavi dall'Africa nera, Moulay Ismail si assicurò la continuità del suo elitario esercito fornendo donne ai soldati e destinando i loro figli al servizio nella Guardia. Alla sua morte la Guardia Nera era aumentata di dieci volte e sembrava un'enorme famiglia il cui mantenimento era pagato dalle casse dello stato.

Oltre a reprimere le ribellioni interne, Moulay Ismail scacciò i portoghesi e gli inglesi da Asilah, Larache, Mehdiya e Tangeri; la Spagna riuscì a rimanere a Ceuta, Melilla e AI-Hoceima nonostante gli incessanti assedi. Egli si sbarazzò della minaccia ottomana proveniente dall'Algeria creando una frontiera orientale stabile con una serie di fortificazioni con centro a Taza e inoltre diede vita a una sorta di protettorato sull'odierna Mauritania.

Contemporaneo del sovrano francese Luigi XIV, il Re Sole, Moulay Ismail si ispirò almeno in parte alle descrizioni di Versailles quando progettò la costruzione del suo palazzo imperiale e degli altri monumenti di Meknès. Per decenni cercò di assicurarsi l'alleanza della Francia contro la Spagna, ma i ripetuti attacchi dei corsari di Salé alle navi mercantili francesi distrussero ogni sua speranza in proposito. Nonostante che i due sovrani si scambiassero spesso regali, Luigi XIV non diede il suo consenso quando Moulay Ismail chiese in isposa una delle sue figlie, la principessa di Conti. Non che il sultano avesse bisogno di ulteriore compagnia femminile: pare che quando morì avesse da 360 a 500 tra mogli e concubine (a seconda della fonte cui si presta fede) e 800 figli.

Per realizzare i suoi progetti edilizi egli aveva bisogno di molti operai e si dice che a Meknès abbia usato come manodopera 25 000 prigionieri cristiani in aggiunta a 30 000 criminali comuni. Le sue grandi stalle (Heri as-Souani) erano in grado di ospitare 12 000 cavalli. .